Dal passaggio dal regime degli arresti domiciliari per omicidio colposo a quello per omicidio volontario, è emerso il caso di Ciprian Vicol, il giovane moldavo di 25 anni accusato di aver ucciso Francesca Compagnone, di 28 anni, a Riardo il 27 ottobre 2022. Dopo un lungo rimpallo tra le varie istanze giudiziarie, Vicol è ora agli arresti domiciliari per omicidio doloso aggravato.

I dettagli dell’episodio sono emersi dalla motivazione della sentenza della Cassazione, che ha sottolineato come Vicol avesse fornito una versione dei fatti in cui sosteneva che l’omicidio fosse avvenuto in modo accidentale mentre maneggiava l’arma del padre della ragazza. Inoltre, i giudici hanno considerato plausibile che Vicol potesse pensare che l’arma fosse scarica, dato che era stata lasciata incustodita dal padre della vittima.

La relazione clandestina tra Vicol e la vittima è stata presa in considerazione, sottolineando come sarebbe stato improbabile che Vicol avesse deciso di eliminare la ragazza per paura della divulgazione della loro relazione segreta. Inoltre, i giudici hanno esaminato la sofferenza emotiva della ragazza quel giorno, ipotizzando che Vicol potesse non aver agito con piena lucidità prospettica e calcolo delle conseguenze.

La Suprema Corte ha accettato in parte il ricorso della Procura, rimettendo il caso ad una nuova sezione del Tribunale del Riesame che ha deciso per gli arresti domiciliari. È importante sottolineare che il processo non è ancora stato completato e la colpevolezza di Vicol sarà decisa solo con una sentenza definitiva.

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