I cartelli posti all’ingresso di un locale dedicato ai giochi o alle scommesse possono avere principalmente uno scopo informativo e non violare il divieto di pubblicità al gioco stabilito dal decreto Dignità. Un esempio è quello di una sala scommesse a Vallo della Lucania, contro la quale era stata avviata un’azione sanzionatoria poi archiviata dall’Agcom. Durante un controllo, la Guardia di Finanza aveva notato due cartelloni di dimensioni simili a un foglio A4 vicino all’ingresso dell’esercizio, considerati dai finanzieri come una forma di pubblicità diretta che invitava al gioco. Tuttavia, il titolare del punto scommesse aveva spiegato che aveva solo affisso il cartellone sulle pareti esterne adiacenti all’ingresso senza ricevere alcun compenso per farlo. L’accusa era quindi di violazione del decreto Dignità che vieta qualsiasi forma di pubblicità relativa ai giochi o alle scommesse.

Nella delibera dell’Agcom si chiarisce che la pubblicità ai giochi è considerata come ogni forma di comunicazione diffusa dietro pagamento o altro compenso. In caso di pubblicità indiretta, si tratta di ogni forma di comunicazione diffusa dietro pagamento o altro compenso, anche a fini di autopromozione, per promuovere la fornitura di beni o servizi. Tuttavia, non rientrano in questa definizione le comunicazioni informative fornite dagli operatori di gioco legale, limitate alle caratteristiche dei prodotti e dei servizi offerti. Dopo un’approfondita indagine, l’Agcom ha concluso che i cartelli contestati erano posizionati in modo tale da fornire informazioni sulle modalità di accesso al gioco, senza essere immediatamente visibili dalla strada pubblica più vicina. Per questo motivo, l’Authority ha deciso di archiviare il procedimento, non rilevando una violazione.

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