Il caso dei fratelli Pellini, imprenditori del settore rifiuti condannati per traffico di rifiuti e inquinamento dell’area di Acerra, ha suscitato polemiche dopo che la Cassazione ha annullato la confisca dei loro beni per un difetto giudiziario. I duecento milioni di euro che dovevano essere confiscati dovranno ora essere restituiti ai fratelli Pellini, poiché il provvedimento d’appello è giunto oltre i termini previsti dalla legge.

Questa decisione ha scatenato numerose reazioni politiche, con diversi esponenti che denunciano la beffa per le vittime del disastro ambientale subìto dal territorio. Gli avvocati dei tre imprenditori avevano presentato ricorso alla Cassazione sottolineando la tardività del provvedimento di confisca, e la Corte suprema ha accolto la loro richiesta di annullamento della confisca.

L’attivista dei volontari antiroghi di Acerra, Alessandro Cannavacciuolo, ha definito la decisione della Cassazione come una sconfitta dello Stato e ha chiesto alla Procura di Napoli di emettere un nuovo provvedimento di sequestro per punire i responsabili del disastro ambientale.

Anche il deputato M5s Federico Cafiero De Raho ha espresso la sua preoccupazione per la vicenda, chiedendo al ministro della Giustizia Nordio di fare chiarezza su questo fatto di estrema gravità. Anche l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha commentato negativamente la situazione, sottolineando l’ingiustizia di restituire i beni ai responsabili dell’inquinamento di Acerra.

In conclusione, la decisione della Cassazione di annullare la confisca dei beni ai fratelli Pellini ha sollevato polemiche e indignazione, con diverse personalità politiche che chiedono chiarezza e giustizia in questa vicenda.

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