Il capo dei Casalesi, Francesco Schiavone, noto come “Sandokan”, si trova attualmente in carcere duro, dove sconta l’ergastolo per vari omicidi. Negli ultimi anni, diversi membri della sua famiglia hanno deciso di collaborare con la giustizia, compreso il suo secondo figlio Walter. Restano in carcere gli altri figli Emanuele Libero e Carmine, mentre la moglie Giuseppina Nappa non è a Casal di Principe. Recentemente, le forze dell’ordine si sono recate nel paese per proporre ai parenti del capoclan di entrare nel programma di protezione, confermando la volontà di Sandokan di collaborare con la Dda di Napoli.

Recentemente è circolata la voce che Sandokan avesse un tumore, ma fonti investigative hanno smentito questa notizia, spiegando che si trattava di un espediente per giustificare il suo trasferimento in un altro carcere, dove ha iniziato a collaborare. La sua decisione di collaborare potrebbe essere un messaggio destinato all’esterno per evitare che il clan si riorganizzi e mettere fine alle aspirazioni di possibili successori.

La collaborazione di Francesco Schiavone potrebbe far luce su alcuni misteri irrisolti, come l’uccisione del fondatore del clan Antonio Bardellino nel 1988 in Brasile, o sugli intrecci tra la camorra e la politica. Nel frattempo, il fratello di un carabiniere ucciso dai Casalesi nel 1982 chiede la verità e spera che Sandokan possa rivelare informazioni sui mandanti dell’omicidio di suo fratello.

Articolo precedenteTorre Annunziata: la realtà cruda della camorra
Articolo successivoL’eroe anonimo di Milano

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui