Francesco Schiavone, conosciuto anche come Sandokan, ha preso una decisione che ha dell’incredibile: dopo 26 anni di carcere, di cui molti trascorsi nel regime del 41 bis, ha deciso di collaborare con la giustizia. Questo boss spietato del clan dei casalesi ha deciso di rompere il silenzio e l’omertà che lo hanno sempre contraddistinto.
Questa notizia è stata rivelata in esclusiva da Cronache di Caserta, un giornale che da sempre si occupa di camorra. La decisione di Schiavone è stata presa nelle ultime settimane e sarebbe stata confermata dalla Direzione Nazionale Antimafia, che ha lavorato con estrema discrezione insieme alla DDA di Napoli. Questo passo fa seguito a quello dei suoi figli Nicola e Walter, e del cugino Carmine Schiavone, deceduto nel 2015.
Tra i pentiti dei casalesi, ci sono anche Antonio Iovine, Francesco Bidognetti detto Cicciotto ‘e Mezanotte e Michele Zagaria. La collaborazione di Schiavone potrebbe rivelare informazioni cruciali sulle relazioni tra la criminalità organizzata, l’imprenditoria e la politica. Il suo ruolo all’interno dell’organizzazione lo rende il depositario di un patrimonio di informazioni ancora nascosto.
Questa decisione potrebbe portare alla luce retroscena e dinamiche importanti per la lotta contro la criminalità organizzata. I magistrati e gli inquirenti hanno lavorato duramente per tracciare queste relazioni, ma il contributo di Sandokan potrebbe essere fondamentale per arrivare alla verità.