Le indagini sulla tragedia che ha portato alla morte di Francesco Mazzacane, il giovane di Torre del Greco deceduto a soli 24 anni a causa di un’intossicazione da monossido di carbonio, continuano a procedere. Il ragazzo si trovava nel residence Linate di Novegro di Segrate, insieme al suo compagno, che è rimasto ferito. Attualmente è stata richiesta l’apertura del processo per il proprietario della struttura e per l’idraulico che avrebbe dovuto occuparsi della manutenzione della caldaia.

Secondo quanto emerso dalle accuse mosse dal Pubblico Ministero della Procura di Milano, sia il proprietario che l’idraulico non avrebbero rispettato i necessari requisiti tecnici e di sicurezza per l’impianto presente all’interno della struttura. Si è appreso che non sarebbe stato spento nonostante le anomalie e che, al contrario, sarebbe stata aumentata la potenza. Inoltre, la manutenzione non sarebbe stata effettuata da un centro autorizzato ma da un idraulico privo delle competenze necessarie, che avrebbe anche scollegato un tubo, permettendo al monossido di carbonio di diffondersi nelle camere.

Alla luce di queste incongruenze, al termine delle indagini preliminari, è stata richiesta la messa sotto processo sia del proprietario della struttura, un 70enne di Segrate, sia dell’idraulico che avrebbe manomesso l’impianto, un 42enne di origini moldave. Entrambi dovranno rispondere dell’accusa di omicidio colposo con l’aggravante di aver causato lesioni gravi anche a un’altra persona, Pietro Caputo, il ragazzo di Torre Annunziata che si trovava con Francesco. Pietro è sopravvissuto al coma ma ha subito danni permanenti, sia fisici che psicologici.

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