Avellino, una città in cerca di rinascita

Nel 1860, il governatore De Sanctis percepiva “un odore di ladri, che spaventa” ad Avellino. Questa sensazione di malaffare sembra essere ancora presente oggi, sebbene mascherata da un fervore pseudo-rivoluzionario.

Da qualche settimana, la piccola città del Mezzogiorno si è trasformata in una sorta di teatro dell’assurdo, con moralisti improvvisati e vecchi mestieranti che si ergono a paladini della giustizia. Tutti concordano sul fatto che sia necessario abbattere il “Sistema di potere” corrotto e far rinascere la città. Ma chi sarà il nuovo profeta che dovrà guidare questo cambiamento? Forse un moderno Bortolo o un Griso dei nostri tempi?

L’amministrazione comunale sembra destinata al fallimento, con un sindaco buffonesco, assessori poco competenti e un consiglio comunale spesso volgare e ignorante. Tutto sembra dover essere cancellato e sanzionato, ma cosa accadrà all’Alto Calore, vittima della politica e dell’incompetenza? E agli enti di gestione che mantengono un blocco di potere arrogante e incompetente da decenni? E al business che ha distrutto l’identità storica della città e la sua rete civile?

Gli avellinesi attendono fiduciosi che qualcosa cambi, che i Griso moderni non possano perpetuare l’appestato status quo. Speriamo che, come Griso, anche loro muoiano di peste e che Avellino possa finalmente rinascere.

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