Si sono riaperti oggi a Il Cairo i difficili negoziati indiretti tra Hamas e Israele, con la mediazione degli Stati Uniti, dell’Egitto e del Qatar, nel tentativo di raggiungere una nuova tregua nella Striscia di Gaza che porti anche al rilascio dei circa 130 ostaggi detenuti a Gaza. Nel contesto di un continuo lavoro diplomatico per evitare l’annunciata operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia, sembra confermata anche la missione di una delegazione israeliana di alto livello a Washington lunedì – come richiesto dal presidente Joe Biden – per fare il punto sulla situazione.
Hamas ha ribadito che non ci sarà alcun accordo con Israele a meno che non ritiri le truppe. Inoltre, a nome delle fazioni palestinesi presenti nella Striscia, ha respinto categoricamente la proposta, attribuita ad Israele, di istituire una forza militare multinazionale composta da truppe provenienti da Paesi arabi per garantire la sicurezza nella Striscia e scortare i convogli di aiuti umanitari. Secondo Hamas, si tratta di un “inganno dei sionisti per coinvolgere alcuni Paesi arabi nei loro piani e progetti dopo il loro fallimento sul campo”. Hamas ha anche condannato fermamente la decisione dell’amministrazione Biden di autorizzare il trasferimento di bombe e aerei da combattimento all’esercito israeliano, definendola una conferma della collaborazione degli Stati Uniti nella guerra in corso nella Striscia di Gaza.
Il movimento islamista ha sottolineato che gli Stati Uniti stanno cercando di aumentare gli aiuti umanitari e proteggere i civili nella Striscia di Gaza solo per coprire i crimini commessi da Israele. Hamas ha chiesto alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite di imporre un divieto totale sulla fornitura di armi all’entità sionista e di adottare misure per fermare l’aggressione, portando l’occupazione e i suoi leader a rispondere delle violazioni e dei crimini contro l’umanità commessi.
Inoltre, Hamas ha denunciato che l’esercito israeliano ha ucciso più di 400 palestinesi durante un assedio di 13 giorni all’ospedale Shifa nella città di Gaza, con danni a oltre 1.050 case nelle vicinanze. La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza rimane estremamente critica, con continui attacchi aerei israeliani che hanno causato numerose vittime tra la popolazione civile.
La comunità internazionale è chiamata a intervenire per porre fine alla violenza e garantire una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese, che continua a causare sofferenza e distruzione nella regione. Sono necessari sforzi congiunti per garantire il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, e per promuovere una soluzione politica che porti alla pace e alla stabilità nella regione.