Il pubblico ministero della Dda Woodcock ha chiesto quasi un secolo e mezzo di reclusione nel processo davanti ai giudici del tribunale di Avellino. Secondo quanto riportato da Ottopagine, per oltre 4 ore il pm ha ricostruito l’organizzazione criminale nata dalla ceneri del clan Partenio attraverso i fratelli Galdieri. Si tratta di un’associazione camorristica che utilizzava la forza intimidatrice per condurre i propri affari. Alcuni si sono resi conto, durante il processo presso il tribunale di Avellino, che gli affari erano gestiti anche attraverso aste e hanno manifestato il desiderio di entrarvi.
A conferma dell’accordo esistente tra i due gruppi, ci sono state intercettazioni captate dagli inquirenti e pronunciate dall’imputato Armando Aprile. Quest’ultimo ha riferito a una donna: “Speriamo che viene. Speriamo che manda uno dei suoi ragazzi”. Secondo il pubblico ministero, queste intercettazioni dimostrano non solo l’esistenza dell’accordo, ma anche il fatto che gli imputati frequentavano spesso gli immobili finiti all’asta.
La situazione che emerge dal processo è molto grave e dimostra come la criminalità organizzata sia ancora molto presente nel territorio. È importante che la giustizia faccia il suo corso e che vengano individuati e condannati tutti coloro che sono coinvolti in queste attività illecite. La lotta alla criminalità deve essere una priorità per garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini.