Potrebbero essere ricavati da ciò che resta di una sigaretta, gli elementi utili per individuare la persona che, a giugno scorso, a Castel San Giorgio, ha piazzato un ordigno esplosivo contro la sede della ditta di un imprenditore. Una manciata di mesi fa, infatti, i carabinieri del Ris hanno svolto una serie di accertamenti irripetibili su una cicca di sigaretta, trovata dagli inquirenti in via Conforti, meno di un anno fa. L’indagine è condotta dalla procura di Nocera Inferiore. L’ordigno era stato collocato all’interno del vano finestra di una palazzina, dove sono ubicati gli uffici della società. Quella sigaretta raccolta poi dai carabinieri, una volta giunti sul luogo dei fatti per le indagini, potrebbe essere stata utilizzata come miccia o, comunque, appartenere alla persona che aveva poi piazzato l’ordigno. In questo senso, le verifiche tecniche del reparto investigazioni scientifiche potranno fornire elementi importanti per la sua identificazione. L’imprenditore è da tempo impegnato in un’attività edile. L’episodio risale al 13 giugno di un anno fa.
Poco dopo le 22.30, diverse persone presenti in strada furono attirate dall’esplosione di un ordigno rudimentale, avvenuto nei pressi di una palazzina. Poco distante da quello stabile, tra l’altro, c’è una villa comunale sempre molto frequentata e una piazza. Chi aveva piazzato l’ordigno, secondo testimonianze che finirono poi al vaglio degli inquirenti, avrebbe anche allontanato dei ragazzi in strada, onde evitare di coinvolgerli nella deflagrazione. Pare che il suo volto fosse coperto da un cappuccio scuro. Gli agenti della scientifica, invece, svolsero una serie di rilievi sul posto, così come i carabinieri della stazione di Castel San Giorgio e della Compagnia di Mercato San Severino, i quali avevano ascoltato il titolare dell’impresa e verificato le immagini delle telecamere della zona. Eventuali sviluppi di natura investigativa, dunque, si potranno ottenere solo con il deposito degli accertamenti svolti sulla sigaretta, classificata come reperto e poi sequestrata dall’autorità giudiziaria. L’oggetto fu poi inviato al reparto Ris, dietro disposizione della procura di Nocera. Così come allora, nessuna ipotesi può essere esclusa: dalla bravata all’intimidazione per ragioni differenti. In precedenza, nella Valle dell’Irno furono fatte esplodere almeno altre tre bombe. La prima fu piazzata nei pressi del portone d’ingresso dell’abitazione di un ex sindaco di Castel San Giorgio, poi fu la volta, nel 2023, di altri due ordigni contro gli attuali sindaci di Roccapiemonte e Castel San Giorgio. Da qui l’ulteriore ipotesi che l’ordigno destinato all’imprenditore potesse rientrare nella medesima strategia criminale, allo stato ancora oggetto d’indagine.