I droni stanno diventando un mezzo sempre più utilizzato dalla criminalità per rifornire i detenuti di droga e telefonini all’interno dei carcere. Questo è quanto emerso dall’ultimo episodio avvenuto nel carcere di Carinola, dove gli uomini del reparto di polizia penitenziaria, con l’aiuto dei carabinieri, sono riusciti a intercettare un drone che trasportava sostanze stupefacenti e altri oggetti proibiti.

La denuncia è stata fatta da Tiziana Guacci ed Ettore Natale, rispettivamente segretario regionale per la Campania e segretario locale di Carinola del Sappe. Ieri sera, dalla sala regia del carcere, è stato avvistato un drone che sorvolava la struttura detentiva. Grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, sono stati fermati due uomini che stavano manovrando il drone, mentre una terza persona è riuscita a fuggire a bordo di un’auto.

All’interno del pacco trasportato dal drone sono stati trovati 1,8 kg di hashish, cocaina, microtelefoni, smartphone, un coltello e una macchinetta per tatuaggi. Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha sottolineato come questo episodio confermi le ipotesi investigative sul traffico illecito tramite droni, favorito dalla libertà di movimento dei detenuti e dalle criticità operative presenti nella Polizia Penitenziaria.

È evidente che le autorità devono intensificare i controlli e adottare misure più efficaci per contrastare questo fenomeno in crescita, che mette a rischio la sicurezza all’interno delle carceri. È necessario un maggiore impegno e una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine per prevenire il traffico di droga e altri oggetti proibiti all’interno dei penitenziari.

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