Una serie di tragedie sul lavoro si susseguono senza sosta, nonostante le richieste di sicurezza e le proteste che si levano ad ogni morte. L’ultima vittima è Carlo Amendola, un operaio di 53 anni di Casoria, nel Napoletano, che ha perso la vita in un incidente sul lavoro avvenuto giovedì scorso. Mentre stava effettuando lavori di manutenzione su un macchinario, è rimasto impigliato con la mano in alcuni rulli che gli hanno provocato ferite mortali al braccio e al collo. Nonostante l’intervento chirurgico, è deceduto sabato notte all’ospedale Cardarelli di Napoli. La salma è stata posta sotto sequestro in attesa dell’esame autoptico che si svolgerà domani.

Carlo Amendola lascia la moglie, Gianna Gallo, e due figli. Il quartiere di San Pietro a Patierno di Napoli, da dove era originario, è colpito da questo improvviso lutto. I messaggi di cordoglio per lui e per la sua famiglia si sono diffusi rapidamente sui social. L’ultimo incidente mortale sul lavoro a Marcianise, dove è avvenuta la tragedia, risale a un mese fa, quando un giovane di 26 anni perse la vita in circostanze simili.

Le famiglie delle vittime piangono la perdita dei loro cari, mentre i sindacati si mobilitano per chiedere maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro. Tuttavia, nonostante le proteste e le manifestazioni, sembra che poco venga fatto per evitare ulteriori tragedie. Sono troppe le persone che escono di casa per lavorare e non fanno più ritorno, lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile. È necessario agire concretamente per proteggere la vita di chi tutti i giorni si impegna per garantire un futuro dignitoso a sé e alla propria famiglia.

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