La lotta alla criminalità organizzata è un impegno che coinvolge tutti, compresa la Chiesa. È quanto sostiene don Luigi Merola, sacerdote che ha subito un raid alla sua auto venerdì sera. Secondo lui, la Chiesa deve avere il coraggio di dichiarare che chi fa parte di organizzazioni criminali è fuori dalla comunione di Dio. Don Merola ha rifiutato di accogliere in fondazione molte persone coinvolte in attività camorristiche, preferendo dare una seconda possibilità a giovani che vogliono rifarsi una vita. Il gesto vile subito dal sacerdote ha scatenato una reazione di solidarietà da parte del ministro dell’interno Matteo Piantedosi e del capo della polizia Vittorio Pisani, che lo accoglieranno a Roma insieme ai ragazzi della Fondazione ‘A voce d’ ‘e creature. Anche il deputato Francesco Emilio Borrelli ha espresso la sua solidarietà a don Merola, condannando fermamente il gesto compiuto nei suoi confronti. Il sacerdote, però, non si lascia intimidire e continua con determinazione la sua opera di contrasto alla criminalità organizzata. La Chiesa, secondo don Merola, ha il compito di sanare le persone malate, senza temere di sporcare le mani. È giunto il momento di aprire gli occhi e affrontare senza paura i fenomeni criminali che affliggono la società.