Biagio Salvati - Un passo avanti senza «allentare» troppo le maglie delle restrizioni previste dal Governo e dalle direttive ministeriali, ma pur sempre uno spiraglio nell’attività giurisdizionale. Inizia oggi, con la Fase 3, dopo la lenta ripartenza di maggio e giugno, un primo timido recupero di numeri e ritmo di lavoro anche nel Palazzo di Giustizia di Santa Maria Capua Vetere, foro dove l’avvocatura civile e penale invocava da settimane un ritorno alla normalità. Due decreti firmati dalla presidente del tribunale Gabriella Casella, uno sulla regolamentazione degli accessi (almeno fino al 10 luglio salvo proroghe) ed un altro sulle direttive della gestione degli affari civili e penali, rimodulano l’attività giudiziaria sottolineando pur sempre l’attenzione per sull’emergenza da Covid-19 e richiamando perfino il caso del focolaio di Mondragone, località che rientra nella competenza geografica del tribunale sammaritano. LE NOVITA’ – Aumenta il numero delle udienze pubbliche «in presenza» sia al settore monocratico che collegiale del penale, sempre con le dovute prescrizioni; si torna alle convalide in carcere, anche queste «in presenza» come gli interrogatori di garanzia, senza l’uso della videoconferenza e lo smart-working passa a un giorno a settimana. In particolare, le udienze si terranno pur con i limiti di capienza legati alle dimensioni delle aule, ed in numero maggiore – 16 al giorno per il monocratico più tutti i processi di prima comparizione e si torna poi finalmente a trattare esclusivamente «in presenza» le udienze di convalida e le direttissime. Al civile si tratteranno «in presenza» dalle 6 alle 8 cause (e da remoto quelle già fissate in prcedenza) mentre al Giudice di Pace è prevista la trattazione di 20 udienze per ogni giudice per tutti gli uffici della provincia escluso quello ministeriale di Santa Maria Capua Vetere, dove si prevede la trattazione di quattro udienze oltre quelle da remoto già fissate in precedenza. LE REAZIONI DELL’AVVOCATURA- «

Un’operazione di controllo all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere ha portato al sequestro di diversi telefoni, caricabatterie e micro batterie per microcellulari. Tutto è iniziato con la scoperta di una piastrella leggermente spostata all’interno di un locale adibito a cucina, che ha attirato l’attenzione dei poliziotti penitenziari.

Il reparto detentivo ‘Volturno’ è stato il luogo in cui è avvenuto il ritrovamento, grazie all’impegno del personale di Polizia Penitenziaria. Questo episodio si aggiunge ad altri precedenti, come il sequestro di una notevole quantità di sostanze stupefacenti nascoste nei quadri elettrici di un altro reparto.

Mirko Manna, rappresentante nazionale del Fp Cgil, sottolinea l’importanza del lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria per contrastare l’ingresso di telefoni e droghe all’interno delle carceri italiane. L’utilizzo dei telefoni da parte dei detenuti va oltre la semplice necessità di comunicare con i propri familiari, diventando uno strumento di controllo e gestione di traffici esterni, compreso il mantenimento delle gerarchie criminali anche dietro le sbarre.

Questa operazione dimostra l’impegno costante delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza all’interno delle strutture carcerarie e per contrastare qualsiasi forma di illegalità. La collaborazione e la professionalità del personale penitenziario sono fondamentali per garantire un ambiente sicuro e controllato all’interno delle carceri italiane.

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