Il vertice di una società beneventana attiva nel settore elettrico è stato accusato di aver dichiarato falsamente di aver sostenuto spese per attività di ricerca e sviluppo. In seguito a queste accuse, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro, disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per un valore di oltre un milione di euro. L’indagine è stata avviata dalla Procura di Benevento, guidata da Aldo Policastro, e coordinata dal sostituto procuratore Maria Gabriela Di Lauro, con l’aiuto del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, diretto dal maggiore Francesca Conte. Le fiamme gialle hanno contestato alla società il reato di indebita compensazione dopo aver condotto analisi e acquisizioni documentali. Tutto è partito da un’informativa di reato inviata dall’Agenzia delle Entrate – divisione contribuenti – settore contrasto illeciti, sezione territoriale Sud di Napoli, nei confronti dell’azienda sannita. Secondo l’accusa, la società avrebbe utilizzato crediti “inesistenti” generati da presunte spese per attività di ricerca e sviluppo per compensare imposte nei anni 2019, 2020 e 2021.

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