La Direzione distrettuale antimafia ha acquisito gli atti relativi allo scioglimento del consiglio comunale di Monteforte Irpino per presunte ingerenze della criminalità organizzata, come dichiarato dal Ministero dell’Interno nel decreto che ha destituito tutti i membri. Secondo quanto riportato nella relazione del Viminale, che riprende quanto evidenziato dalla Prefettura di Avellino, ci sarebbero stati legami con clan camorristici per alcuni lavori commissionati dal municipio. Queste informazioni emergono dall’attività svolta dalla commissione d’accesso, in relazione agli appalti assegnati ad alcune aziende che erano state precedentemente colpite da provvedimenti antimafia.

Il pool antimafia ha aperto un fascicolo dopo aver acquisito la dettagliata relazione redatta dalla commissione. Il ministro dell’Interno ha dichiarato: “L’esame degli atti adottati dall’amministrazione comunale ha rivelato un’attività distorta a favore della criminalità organizzata, soprattutto per quanto riguarda gli appalti di lavori, servizi e forniture pubbliche, con proroghe illegittime e irregolarità che caratterizzano l’azione amministrativa complessiva del comune”. Nel documento del Viminale si specifica che “tra le aziende beneficiarie di appalti, spesso assegnati con procedure di somma urgenza, figurano imprese soggette a provvedimenti interdittivi antimafia”. Anche le opere per la gestione del rischio idrogeologico sono state oggetto di attenzione da parte della commissione d’accesso, soprattutto dopo l’alluvione che ha colpito Monteforte Irpino.

La Dda intende approfondire i presunti legami tra l’amministrazione comunale e la criminalità organizzata. L’ex sindaco Costantino Giordano sta valutando la possibilità di presentare ricorso al Tar contro il decreto di scioglimento, che ha previsto la gestione commissariale del comune per diciotto mesi.

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