La camorra torna a far parlare di sé a Ponticelli, quartiere di Napoli, dove i clan stanno vivendo una nuova fase di tensione dopo mesi di apparente calma. Gli ultimi episodi di violenza sono stati interpretati dagli investigatori come una sorta di botta e risposta tra gruppi rivali. Prima l’investimento di due giovani legati al gruppo dell'”isolato 17″ e poi, l’altro giorno, l’agguato a Antonio Meo, 51enne legato ai De Micco ma con precedenti legati alla camorra.

I colpi sparati contro di lui, mirati alle gambe, non hanno messo in pericolo la sua vita, ma hanno seminato il terrore nella zona. La moglie di Meo, presente al momento dell’agguato, è rimasta illesa.

La polizia è intervenuta rapidamente sul posto e ha iniziato le indagini, ma le prime testimonianze raccolte non hanno fornito molte informazioni utili. Gli autori dell’agguato, infatti, erano mascherati e sembravano aver pianificato attentamente l’attacco per non essere riconosciuti.

Gli investigatori collegano questo episodio ad un altro accaduto il mese scorso, quando due persone sono state ferite da un’auto lanciata contro di loro a folle velocità. Anche in quel caso si sospetta un coinvolgimento dei clan locali e una ripresa delle ostilità tra gruppi rivali.

La nuova fase di guerra tra i clan a Ponticelli sembra essere legata all’allargamento delle zone d’influenza dei “Bodo”, un gruppo emergente che ha destato l’attenzione degli investigatori. Le tensioni si sono manifestate con vari atti intimidatori e persino con l’uso di bombe piazzate in punti strategici del quartiere.

La situazione rimane tesa e la polizia sta continuando le indagini per cercare di fermare la violenza e riportare la calma nel quartiere. La popolazione locale, intanto, vive nel terrore di nuovi episodi di violenza legati alla guerra di camorra.

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