Il rinvio del processo per la morte di Antonio Pagnano, avvenuta nel febbraio del 2020, ha scatenato proteste e indignazione da parte dei familiari e dei manifestanti che si erano radunati davanti al palazzo di giustizia. Il padre del giovane ha urlato “vergogna” in aula di fronte al rinvio del processo al 24 giugno a causa di un difetto di notifica a uno dei medici indagati.

La Procura aveva chiesto inizialmente l’archiviazione del caso, ma il gip aveva ordinato ulteriori sei mesi di indagini e iscritto i due medici, un chirurgo e un radiologo, tra gli indagati. Dopo il decesso di Antonio Pagnano, i familiari avevano denunciato presunti errori medici e l’inadeguatezza della struttura sanitaria presso la quale il giovane era stato operato.

La vicenda ha avuto inizio nel novembre del 2019, quando Antonio fu operato presso la clinica Santa Rita per la rimozione di un linfangioma cavernoso retroperitoneale. Dopo complicanze e un secondo intervento, il giovane fu trasferito all’ospedale “San Pio”, dove purtroppo è deceduto dopo alcuni mesi.

I familiari del giovane continuano a chiedere giustizia e a sostenere che il decesso di Antonio Pagnano sia stato causato da errori medici. La battaglia legale continua e le proteste mostrano la frustrazione e la delusione di fronte ai continui rinvii del processo. Speriamo che la verità possa emergere e che si faccia finalmente luce sulla morte di questo giovane.

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