La denervazione renale: un nuovo trattamento per l’ipertensione

La denervazione renale è un innovativo trattamento termico che consiste nel bruciare le terminazioni nervose simpatiche che sostengono l’ipertensione. Questo procedimento viene eseguito attraverso una sonda che raggiunge le arterie renali e utilizza ultrasuoni o radiofrequenze per effettuare una sorta di termoablazione.

Recentemente, questo intervento è stato portato a termine con successo presso l’Unità Complessa di Cardiologia dell’ospedale di Eboli, sotto la direzione del dottor Angelo Catalano. I cardiologi interventisti Emanuele De Vita e Giuseppe Bottiglieri hanno eseguito l’intervento con grande professionalità, mentre l’equipe del dottor Fernando Chiumiento ha garantito una particolare cautela durante la procedura di anestesia.

Il paziente sottoposto a questo trattamento è un giovane di 35 anni di origine nigeriana, affetto da Lupus Eritematoso Sistemico. Grazie a questa denervazione renale, i suoi valori pressori sono ora sotto controllo, permettendogli di continuare il trattamento dialitico per la sua patologia primaria presso l’Unità Complessa di Nefrologia dell’ospedale di Eboli.

Questo caso, unico nel suo genere e poco documentato nella letteratura scientifica internazionale, rappresenta un importante precedente per futuri interventi simili presso l’ospedale di Eboli. La vasta composizione multietnica della popolazione residente nella zona rende questo tipo di trattamento particolarmente rilevante per individui di diverse origini.

Studi recenti hanno dimostrato che le differenze genetiche non dipendono dal colore della pelle, ma possono influenzare la risposta a determinati trattamenti, come nel caso dell’ipertensione nei pazienti di origine africana. Questo porta a una maggiore attenzione verso la personalizzazione delle terapie per garantire risultati efficaci e ridurre il rischio di complicazioni come infarti e ictus.

La denervazione renale si conferma quindi come una promettente opzione terapeutica per i pazienti ipertesi, offrendo nuove prospettive per il trattamento di questa patologia.

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