Un presunto patto corruttivo per ottenere appalti pubblici a Capaccio Paestum e destituire l’allora sindaco Franco Palumbo è stato oggetto di indagini preliminari per oltre due anni. Il giudice Francesco Guerra del Tribunale di Salerno ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Elena Cosentino a favore di tutti gli indagati. Tra di loro figurano l’imprenditore Roberto D’Angelo, il funzionario comunale Carmine Greco, l’ex presidente del Consiglio comunale Carmelo Pagano e vari consiglieri comunali dell’epoca.

Il gip ha deciso di archiviare il caso e scagionare gli indagati da tutte le accuse, anche a causa della mancanza di credibilità del consigliere comunale Giovanni Cirone, che è stato querelato per calunnia da alcuni degli indagati. I consiglieri “dissidenti” hanno sempre contestato la versione della cena in un ristorante di Giungano, durante la quale si sarebbe parlato del presunto patto corruttivo per ottenere il 10% della base d’asta degli appalti. Anche le accuse di calunnia contro Cirone sono state archiviate.

Solo il consigliere Petraglia ha presentato opposizione e ha dichiarato di non aver partecipato alla cena, specificando di aver fatto solo riferimento a un gruppo di consiglieri “dissidenti”. Queste dichiarazioni hanno portato al proscioglimento delle accuse nei confronti del medico. L’indagine era partita dal bando per il restyling di Via Magna Graecia da 6 milioni di euro, che è stato interrotto durante la fase di pubblicazione. Con lo stesso provvedimento giudiziario, sono state archiviate anche le accuse contro altri 5 indagati.

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