Per l’omicidio di Giuseppe Tirone, il capo d’imputazione nei confronti di Massimo Passariello è stato modificato in omicidio volontario. Questa decisione ha aggravato la posizione del 36enne di Cervinara, attualmente detenuto nel carcere di Bellizzi Irpino dal dicembre 2023. Passariello è accusato di aver trasformato il suo vicino di casa, il 51enne Tirone, in una torcia umana, causandone la morte.
Giuseppe Tirone è deceduto alla fine di dicembre 2023, dopo dieci giorni di agonia nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Le sue condizioni erano apparse subito gravi quando gli agenti di polizia e gli operatori sanitari sono intervenuti in via Currielli, allertati dalla stessa vittima. Tirone aveva ustioni gravi sul volto, al collo e al torace e ha raccontato agli inquirenti di essere stato cosparso di liquido infiammabile e dato alle fiamme da Passariello.
Il 36enne sarà interrogato il prossimo 9 maggio, assistito dai suoi avvocati Vittorio Fucci e Domenico Cioffi. La vittima, prima di essere trasferita all’ospedale “San Pio” di Benevento e successivamente al Cardarelli, ha fornito dettagli agghiaccianti dell’aggressione subita, indicando Passariello come responsabile.
Passariello è stato arrestato in flagranza dagli agenti di polizia nel suo luogo di lavoro, una falegnameria gestita da lui e dal padre nel centro irpino. Nonostante il rifiuto di rispondere durante l’udienza di convalida davanti al gip Paolo Cassano, è stato deciso di mantenere la misura custodiale in carcere per la gravità degli indizi di colpevolezza.
La nuova accusa di omicidio volontario pone Passariello di fronte a una situazione giudiziaria molto delicata, che potrebbe portare a conseguenze legali molto gravi per lui. La vicenda, che ha scosso la comunità locale, rimane al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria, con la speranza che la giustizia possa fare luce sulla tragica morte di Giuseppe Tirone.