La memoria delle vittime del terrorismo interno e internazionale è un dovere per non dimenticare gli eventi che hanno segnato la storia del nostro Paese. Il 9 maggio 1978 è una data che ha visto la morte di due figure importanti: Peppino Impastato e Aldo Moro. Il primo, giornalista siciliano, è stato ucciso con una carica di tritolo sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia di Cinisi, mentre il secondo, Presidente della Democrazia Cristiana, è stato ritrovato cadavere a Roma. Entrambi sono stati uccisi nella stessa data, ma la morte di Moro ha oscurato quella di Impastato, che è passata quasi inosservata.

Peppino Impastato è stato un attivista e giornalista coraggioso, membro di Democrazia Proletaria e voce critica di Cosa Nostra a Cinisi e Terrasini. La sua vita è stata segnata dalla lotta contro la mafia e la corruzione, fino al suo tragico assassinio. La sua famiglia, nonostante le radici mafiose, ha dimostrato coraggio nel denunciare l’omicidio e chiedere giustizia.

Aldo Moro, invece, è stato un politico di spicco, Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha cercato di realizzare un Governo di solidarietà nazionale che coinvolgesse anche il PCI. Il suo sequestro e la sua morte hanno segnato la fine di un’epoca politica e hanno lasciato un vuoto nel panorama italiano.

Entrambi questi eventi sono stati importanti nella storia del nostro Paese e meritano di essere ricordati e studiati. Il Giorno della memoria, istituito nel 2007, è un’occasione per riflettere sul passato e imparare dalle tragedie del passato. È importante non dimenticare le vittime del terrorismo e delle stragi, per garantire un futuro migliore per le generazioni future.

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