La Procura di Avellino, sotto la guida del procuratore Domenico Airoma, ha ottenuto il processo lampo per i presunti componenti della “rete” organizzata dal commercialista P.V. per la truffa sui ristori Covid. Il giudice Giulio Argenio ha accolto le richieste del pm Vincenzo Russo, decidendo così di avviare il giudizio immediato nei confronti dei cinque indagati: il commercialista P.V. Vuolo, un altro professionista I.R. e tre “prestanomi”. L’accusa è di aver truffato circa 1.190.000 euro con i contributi previsti dai decreti Sostegni e Sostegni bis, alterando i redditi del 2019 e 2020.

Le indagini condotte dai militari delle Fiamme Gialle del Gruppo di Avellino hanno evidenziato che quattro società avevano presentato istanze per ottenere misure di sostegno economico durante l’anno 2021, utilizzando dichiarazioni IVA false per simulare un volume d’affari inesistente nel 2019.

Secondo l’accusa, i due professionisti avrebbero falsificato i fatturati per ottenere risorse a fondo perduto destinate alle attività commerciali colpite dalla pandemia. Le quattro persone coinvolte avrebbero così incassato illegalmente quasi 1,2 milioni di euro. Le indagini hanno dimostrato che i due avevano messo in atto un sistema fraudolento per ottenere contributi nell’ambito dell’emergenza Covid, presentando istanze con informazioni false e ottenendo così denaro illecito.

L’operazione è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino e ha portato all’arresto delle persone coinvolte. La sentenza del giudice Argenio conferma l’impegno delle autorità nel contrastare le truffe legate alla situazione di emergenza sanitaria, garantendo che chi commette reati economici venga punito.

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