Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha risposto all’appello di Legambiente e Libera riguardante la vicenda Pellini. Dopo la recente dichiarazione di inefficacia della confisca dei beni degli imputati Pellini da parte della Suprema Corte nel marzo 2024, l’Avvocatura distrettuale dello Stato di Napoli ha deciso di avviare un’azione risarcitoria in sede civile.
L’Avvocatura ha chiesto il supporto tecnico dell’Ispra per valutare lo stato dei siti danneggiati e quantificare i costi necessari per riparare il danno ambientale. Il Ministero dell’Ambiente ha sollecitato l’Ispra a fornire tale supporto tecnico per avviare l’azione risarcitoria in sede civile.
Legambiente e Libera si sono detti soddisfatti della risposta del Ministero e auspicano che vengano attivate tutte le procedure giudiziarie per bloccare i beni per oltre 200 milioni di euro dei fratelli Pellini, condannati definitivamente per disastro ambientale. Sottolineano l’importanza che lo Stato agisca tempestivamente per garantire interventi di bonifica e risanamento ambientale.
I presidenti delle due associazioni hanno evidenziato l’urgenza di trasformare il principio “chi inquina paga” in realtà concreta. Ritengono inaccettabile che i beni confiscati possano essere restituiti a chi li ha ottenuti illegalmente senza garantire gli interventi di bonifica e risanamento necessari per ripristinare l’ambiente.

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