Bottiglie e cocci di vetro abbandonati nei portoni e nei garage di privati, contenitori per la raccolta rifiuti presi a calci e rovesciati, musica a tutto volume fino alle tre. A volte anche fino alle quattro. Succede in via Mazzocchi. In un “normale” sabato sera. Sotto gli occhi indifferenti dei gestori dei locali, degli avventori e dei passanti. A denunciarlo sono ancora una volta i residenti del centro storico, anche questo fine settimana costretti a fare i conti con l’inciviltà di chi si ubriaca, la prepotenza di chi non rispetta le regole e il disinteresse di chi potrebbe intervenire e non lo fa.
«Anni di reiterato e totale lassismo non si possono cancellare con un colpo di spugna – denuncia la presidente del comitato Vivibilità cittadina, Rosy Di Costanzo – e dubito che una ordinanza sindacale, per quanto severa possa essere, riuscirà nel breve periodo a cambiare le cose. Non ci stancheremo mai di ripetere che qui occorre dare il via ad una campagna di controlli mirati, continuativi e costanti perché certi atteggiamenti negativi e certe prassi consolidate negli ultimi nove anni si sono oramai radicati sul territorio ed estirparli richiederà un lavoro lungo e meticoloso. Ringraziamo il comandante della polizia locale, colonnello Antonio Piricelli, per aver proposto un inasprimento delle sanzioni ma ribadiamo che i provvedimenti non hanno alcun valore se non sono supportati da una reale volontà politica di affrontare e risolvere il problema della mala movida. Questa notte in via Mazzocchi ho visto anche dei ragazzi visibilmente ubriachi che si picchiavano tra la noncuranza delle altre persone presenti che sembrano ormai essere assuefatte a questi comportamenti violenti e incivili».
A documentare i disagi del week-end non più soltanto video e foto realizzati dai residenti con i cellulari, ma anche le riprese effettuate dalle videocamere di sorveglianza, installate da alcuni privati per tutelare la propria sicurezza e difendersi da episodi di microcriminalità, e che ora sperano che questi impianti possano rappresentare anche un deterrente contro la movida selvaggia. «In uno dei filmati – fa notare Di Costanzo – si vedono chiaramente ragazzi che si appartano per fare uso di sostanze stupefacenti, che rovesciano contenitori, che si lanciano addosso tutto ciò che trovano a tiro. L’amministrazione locale e le forze dell’ordine hanno il dovere di sorvegliare perché i giovani hanno bisogno di una guida e di certezze anche da parte delle istituzioni che devono essere esempi di buone pratiche».
E poi c’è l’atavico problema legato all’inquinamento acustico causato da una manciata di locali che diffondono musica fino all’alba impedendo ai residenti di dormire. «Si tratta di tre-quattro pubblici esercizi – conclude la presidente del comitato che rappresenta i residenti di via Ferrante, via Mazzocchi, via Maielli, largo Sant’Elena, piazza Gramsci, via Sant’Agostino, via Mazzini, piazza Dante, via Gasparri, corso Trieste, via Vico e piazza Correra – ripetutamente segnalati alle autorità, che oltre a disturbare la quiete pubblica, danneggiano anche i loro colleghi commercianti rispettosi delle regole. Speriamo chi di dovere si decida ad intervenire al più presto».
Dagli uffici del Comune fanno sapere intanto che sono in attesa della pubblicazione della nuova ordinanza sindacale e che avrebbe poco senso mettere in piedi un piano mirato di controlli in assenza degli strumenti adeguati. Il provvedimento cui si fa riferimento, e che dovrebbe entrare in vigore a breve, prevede multe da 150 a 1.032 euro e uno stop alle attività da cinque a ottanta giorni in relazione alle violazioni commesse e al numero di verbali a proprio carico.
«Siamo in attesa della convocazione in Prefettura del prossimo tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza – spiega il vice sindaco e assessore agli eventi, Emiliano Casale – per avere l’ok di tutti i partecipanti del comitato alla nuova ordinanza anti-movida. L’obiettivo perseguito con questo provvedimento è quello di colpire le attività che in maniera eccessiva vanno oltre quelle che sono le regole del buon vivere civile e soprattutto ledono il rispetto e la vita dei cittadini».