Alessandro Falco ha vissuto un vero e proprio calvario in questo processo; gli è stato attribuito il ruolo di socio, prestanome e forse addirittura curatore dell’affare più grande di Michele Zagaria. La Dda ha basato la sua accusa sulle dichiarazioni dei pentiti, ritenendole sufficienti per condannare l’imputato. Ma sono tutte menzogne. Dalle indagini approfondite, dalle intercettazioni dell’intero nucleo familiare Falco, non emerge nulla, mai un accenno al Jambo o a Zagaria. Alessandro Falco è un imprenditore eccellente, non un camorrista.
Questo è stato l’appassionato discorso dell’avvocato Paolo Trofino a difesa dell’ex patron del Jambo, Alessandro Falco, nel processo per infiltrazione camorristica legata alla realizzazione del centro commerciale Jambo di Trentola Ducenta. Il processo si sta svolgendo davanti alla prima sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Francesco Ciocia, con a latere Eugenio Polcari e Marzia Pellegrino. Dopo le arringhe dei difensori, si tornerà in aula a giugno per le repliche del pm e la lettura della sentenza.
Il magistrato antimafia ha chiesto 11 anni di reclusione per Alessandro Falco e 8 anni per Michele Griffo, ex sindaco di Trentola Ducenta, per associazione a delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa. Assoluzione per entrambi da altri reati. È stata richiesta l’assoluzione per Ortensio Falco e Nicola Picone, mentre per Nicola Pagano, deceduto, è stata chiesta l’estinzione del procedimento. Il pm ha anche richiesto il sequestro del 51% delle quote societarie della Cis Meridionale, di proprietà di Alessandro Falco ma ritenute dalla Dda appartenenti a Michele Zagaria.
Secondo il magistrato antimafia, il clan dei Casalesi avrebbe influenzato la realizzazione del centro commerciale, con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali di Trentola Ducenta. In difesa di Falco sono impegnati diversi avvocati, mentre tra le parti civili figurano i legali Gerardo Tommasone, Giovanni Zara, Maria Corvino, Simone Crisci e Rosario Santella.