Giuseppe Borrelli, procuratore capo di Salerno da quattro anni, ha recentemente fatto il punto sulla situazione dell’ufficio giudiziario e sui successi ottenuti durante il suo mandato. Quando è arrivato a Salerno nel 2020, ha trovato una situazione critica, con migliaia di processi pendenti e un alto numero di dibattimenti in sospeso presso la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA).

Grazie a una riorganizzazione interna e all’implementazione di nuove metodologie di lavoro, Borrelli è riuscito a ridurre significativamente il numero di processi pendenti, passando da 24.000 a meno di 10.000, con una diminuzione del 60%. Inoltre, ha lavorato per migliorare l’efficienza delle indagini e dei dibattimenti, introducendo un sistema di monitoraggio delle udienze e negoziando protocolli con il tribunale per garantire tempi più rapidi.

Una delle sfide più grandi affrontate da Borrelli riguarda l’Agro Nocerino-Sarnese, una zona particolarmente colpita da fenomeni criminali simili a quelli di Napoli e Catanzaro. La mancanza di risorse investigative ha reso il lavoro più complicato, ma grazie all’incremento della partecipazione dei magistrati e alla sensibilizzazione sull’importanza delle indagini, la situazione è migliorata.

Borrelli ha difeso l’uso delle intercettazioni come strumento essenziale per indagini su reati complessi e ha ottenuto importanti successi nella lotta alla mafia, alla corruzione e alla bancarotta fraudolenta. Nonostante alcune critiche, il procuratore assicura che il lavoro svolto è stato equo e che l’ufficio continua a migliorare.

Infine, Borrelli ha escluso categoricamente un futuro in politica, sottolineando l’importanza di mantenere l’indipendenza e l’imparzialità del suo ruolo. Con la sua esperienza e determinazione, ha avviato un cambiamento significativo nella gestione della giustizia a Salerno, dimostrando che con impegno e dedizione è possibile ottenere importanti risultati.

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