Il prossimo 5 luglio si terrà l’udienza preliminare davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Avellino, Giulio Argenio, per i 13 indagati nell’inchiesta sui presunti corsi di formazione fantasma all’Alto Calore. Al centro dell’inchiesta ci sono Michelangelo Ciarcia, amministratore unico, e Pantaleone Trasi, segretario del presidente e suo stretto collaboratore, insieme ad altre 11 persone. I pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio hanno firmato tredici avvisi di conclusione delle indagini preliminari, notificati dai militari del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Avellino, nell’ambito dell’inchiesta sull’Alto Calore per la formazione 4.0.

Le accuse nei confronti degli indagati vanno dall’indebita compensazione, in concorso con sei diverse società che si sono occupate della formazione dei dipendenti rispetto alle tecnologie 4.0, che secondo le accuse non sarebbero mai state effettivamente svolte. Sono contestate anche l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e l’utilizzo di fatture per evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto. Ciarcia e il collaboratore della Presidenza sono accusati anche di peculato e falsa comunicazione sociale.

L’inchiesta è partita dalla denuncia di un dipendente dell’ente di Corso Europa e riguarda il Credito di imposta utilizzato dall’Alto Calore per i corsi di formazione per i dipendenti. Secondo l’accusa, i corsi sarebbero stati solo sulla carta, ma i soldi veri sarebbero stati dirottati verso le società che avrebbero organizzato i percorsi di aggiornamento professionale.

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