Un’inchiesta ha portato alla luce un’organizzazione criminale che si occupava dello smaltimento illecito di rifiuti speciali all’interno dell’impianto di tritovagliatura di Tufino, nel Nolano. Dalle indagini è emerso che più di mille tonnellate di rifiuti sono stati smaltiti illegalmente, causando danni economici considerevoli e mettendo a rischio l’ambiente circostante.

La rete criminale coinvolgeva diverse persone residenti tra Napoli, Salerno, Avellino e Benevento, accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, furto aggravato e corruzione. Le attività illegali si svolgevano tra gennaio e maggio dell’anno precedente, con un’organizzazione ben strutturata che aveva ruoli precisi e accorgimenti per evitare i controlli.

Tra le aziende coinvolte c’era anche la Polimec srl di Sarno, di proprietà dell’imprenditore Giovanni Moccia, e la Super Eco srl con sede ad Angri. Gli autocompattatori che trasportavano i rifiuti illeciti erano privi di geolocalizzazione, e alcuni dipendenti erano coinvolti nel furto di materiale ferroso.

Le indagini hanno individuato Michele Salvatore Esposito e Giuseppe D’Elia come i coordinatori dell’organizzazione, responsabili della gestione degli autisti e degli incassi delle tangenti. Altri dipendenti coinvolti sono stati posti ai domiciliari, tra cui autisti, gruisti e addetti alla pesatura dei rifiuti.

L’inchiesta ha coinvolto anche il Salernitano, con diverse aziende e dipendenti della zona coinvolti nelle attività illecite. Il sequestro delle quote societarie e il divieto di dimora sono state alcune delle misure adottate nei confronti degli indagati.

Questa vicenda dimostra l’importanza di combattere il traffico illecito di rifiuti e di punire coloro che mettono a repentaglio la salute dell’ambiente e dei cittadini. È necessario un maggiore controllo e una maggiore collaborazione tra le autorità competenti per contrastare fenomeni criminali di questo genere e tutelare il nostro territorio.

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