Il caso delle scritte offensive contro Ciro Esposito a Roma

Oggi a Roma sono state scoperte delle scritte offensive vicino all’ufficio dell’avvocato Damiano De Rosa, legale che ha difeso la madre di Ciro Esposito durante il processo per la tragedia che lo ha coinvolto. Frasi come “Ciro morto e…”, “Digos boia”, “zoppo vattene” e “Laziale ebreo” sono state scritte, suscitando indignazione e condanna da parte di molti.

De Rosa insieme ai colleghi napoletani Angelo e Sergio Pisani ha presentato denuncia-querela alla Procura di Roma, ipotizzando reati di diffamazione aggravata, minacce, propaganda e istigazione a delinquere per discriminazione razziale, etnica e territoriale. Si chiede l’identificazione dei responsabili e la cancellazione delle scritte offensive in memoria di Ciro Esposito, oltre che incitanti alla violenza sportiva.

La madre di Ciro, Antonella Leardi, ha espresso la sua indignazione e ha dichiarato di sperare che quelle scritte vengano rimosse al più presto. L’episodio ha suscitato reazioni anche da parte di esponenti politici e del mondo dello sport, che hanno condannato fermamente tali atti.

Si auspica che l’indagine della Procura di Roma porti all’identificazione e alla punizione degli autori delle scritte offensive. È importante combattere ogni forma di discriminazione e violenza, soprattutto quando coinvolgono casi così delicati come quello di Ciro Esposito.

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