Il delitto di Gino Tommasino, ex consigliere comunale del Partito Democratico, avvenuto il 3 febbraio del 2009 a Castellammare di Stabia, ha finalmente visto la luce sul movente e i retroscena che lo hanno preceduto. Dalle oltre 300 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di 6 persone, tra cui il boss Vincenzo D’Alessandro, emerge che Tommasino era il politico di riferimento del clan D’Alessandro.
Secondo la Procura Antimafia, Gino Tommasino aveva un accordo con Pasquale D’Alessandro per recuperare i soldi delle estorsioni dalle ditte che si aggiudicavano appalti pubblici a Castellammare di Stabia e portarli alla cosca. Dopo l’arresto di Pasquale D’Alessandro, Tommasino aveva allacciato rapporti con Sergio Mosca, suocero di Pasquale. Tuttavia, già dal 2007, in alcune intercettazioni emergeva che Tommasino si presentava agli imprenditori usando il nome di Pasquale D’Alessandro per ottenere soldi e favori, che però non arrivavano mai alla cosca di Scanzano.
Nel 2009, i rapporti tra Tommasino e Sergio Mosca si incrinarono quando il consigliere comunale chiese al suocero di Pasquale D’Alessandro di non sottoporre a estorsione un imprenditore. Nonostante il clan rinunciasse al pizzo, la vittima denunciò il tentativo di estorsione. Questo, unito al presunto mancato versamento di soldi nelle casse del clan, portò i D’Alessandro a decidere di uccidere Tommasino.
Il movente del delitto sembra essere legato ai soldi, con almeno 30mila euro spariti nel nulla. Lo ha confermato anche il collaboratore di giustizia Pasquale Rapicano, ex killer del clan D’Alessandro. Secondo un verbale del 2020, Rapicano ha raccontato ai magistrati dell’Antimafia che Sergio Mosca ha sempre cercato di privilegiare i rapporti con la politica, prima con Tommasino e poi con Gennaro Iovino, un politico che gestiva gli affari a Castellammare.
Gennaro Iovino è deceduto nel 2023, ma i retroscena e i moventi di questo delitto continuano a emergere, gettando luce su una rete di interessi e potere che si intrecciano in modo oscuro nel mondo della politica e della criminalità organizzata.