Ieri, nel carcere di Secondigliano a Napoli, si è verificato un momento di altissima tensione causato da un detenuto di origine magrebina che ha aggredito agenti di polizia penitenziaria e un’infermiera. Il detenuto, già in isolamento disciplinare, ha compiuto atti di autolesionismo procurandosi tagli. Quando gli agenti e il personale sanitario hanno cercato di intervenire, l’uomo ha reagito con violenza, arrivando addirittura a sputare in faccia all’infermiera e ad aggredire gli agenti durante il trasferimento verso l’infermeria.

A seguito di questo episodio, un agente ha riportato traumi contusivi e un’escoriazione al braccio sinistro, mentre l’infermiera e altri sette agenti sono stati visitati precauzionalmente al Pronto Soccorso per possibile esposizione a sangue infetto. Questo episodio, purtroppo non isolato, ha messo in luce le condizioni difficili in cui operano gli agenti di polizia penitenziaria e il personale sanitario delle carceri italiane.

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha denunciato la situazione all’interno delle carceri, evidenziando un aumento preoccupante di casi di violenza e atti di minaccia. Capece ha sottolineato la mancanza di interventi risolutivi da parte delle autorità e ha chiesto provvedimenti immediati per garantire la sicurezza degli operatori. Il leader del Sappe ha richiesto regole ferree e tolleranza zero nei confronti dei detenuti violenti, sottolineando l’importanza di un intervento deciso da parte dello Stato per ristabilire l’ordine e la sicurezza nelle carceri.

In conclusione, Capece ha sottolineato la necessità di misure urgenti ed efficaci per proteggere coloro che lavorano ogni giorno con dedizione e sacrificio per garantire la legalità all’interno delle carceri italiane.

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