Il 5 giugno si terrà la continuazione del processo di primo grado per i tre presunti responsabili dell’omicidio di Bembo Mercogliano.
Secondo quanto stabilito dai giudici della Suprema Corte, l’analisi delle immagini delle telecamere acquisite non ha permesso di superare il punto cruciale emerso dalle testimonianze raccolte, secondo cui Niko Iannuzzi avrebbe provocato la lite minacciando L.P. di accoltellarlo se non avesse spostato la macchina. Questo comportamento avrebbe attirato l’attenzione di Bembo, che si è avvicinato a Iannuzzi e agli altri occupanti dell’auto Volkswagen Golf, dando inizio a una colluttazione che ha portato alle ferite inflitte a Bembo al torace, al dorso e alla gola.
I giudici hanno inoltre sottolineato che Bembo non è stato una vittima passiva, avendo cercato di difendersi con le mani nude, mentre i tre aggressori avrebbero potuto evitare lo scontro allontanandosi con l’auto.
Questi sono i motivi che hanno portato la I Sezione Penale della Corte di Cassazione a respingere il ricorso del penalista Gaetano Aufiero contro l’ordinanza del Tribunale di Napoli. La prossima settimana si terrà un’altra udienza del processo davanti alla Corte di Assise di Avellino, presieduta dal giudice Gian Piero Scarlato, durante la quale verrà proiettato il video dell’aggressione a Bembo.