Una vendetta che ha attraversato più di dieci anni senza mai placarsi, è quella che ha portato Lucio Iorillo, 64 anni, ex operaio della Comunità Montana del Taburno, ad assumere due sicari per ottenere giustizia per l’uomo che nel 2007 aveva abusato della figlia quindicenne, la quale si era suicidata alcuni mesi dopo quell’atto di violenza. Con questa motivazione, il pm della procura di Benevento, Stefania Bianco, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo, originario di Frasso Telesino, per i fatti avvenuti nel 2018.

Secondo il pm, Iorillo sarebbe il mandante dell’omicidio di Giuseppe Matarazzo, il pastore di 45 anni, anch’egli originario di Frasso Telesino, nel Beneventano, ucciso il 19 luglio 2018 davanti casa con colpi di pistola, appena un mese dopo essere uscito di prigione dopo aver scontato la pena per abusi sessuali su una minorenne che si era tolta la vita sei mesi dopo l’aggressione.

Questo episodio è solo l’ultima tappa dell’inchiesta della procura di Benevento e dei carabinieri su un delitto per il quale la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione di due presunti complici dell’omicidio di Matarazzo, condannati all’ergastolo come esecutori materiali del delitto.

Il pm sostiene che Iorillo avrebbe organizzato l’omicidio pagando una somma di denaro ai presunti killer. L’uomo si dichiara estraneo ai fatti e attende di comparire dinanzi al Gup del Tribunale di Benevento per la decisione sul processo a suo carico.

La vicenda continua a suscitare scalpore e sarà interessante seguire lo sviluppo del processo e le eventuali responsabilità degli imputati.

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