Il fenomeno dell’innalzamento delle temperature è sempre più evidente a Napoli, dove il clima non giustifica ancora l’uso del condizionatore ma spinge i napoletani a tenere aperti balconi e finestre. Questo porta con sé non solo il profumo del finto gelsomino, ma anche un’altro odore ben noto ai residenti: l'”ammuina”. Dieci anni fa, uno studio aveva già decretato Napoli come la capitale europea del rumore, tra traffico e cantieri. Oggi c’è un nuovo elemento nel mixtape urbano della città: il rumore degli aerei che sorvolano la città a causa dell’aumento dei voli e dei turisti in cerca di divertimento nei vicoli del centro storico e dei Quartieri.

I turisti contribuiscono alla frenesia acustica con le loro chiacchiere e la musica che risuona fino a notte fonda. Mentre alcuni si godono l’atmosfera movimentata, altri si ritrovano a tapparsi le orecchie nella speranza di un po’ di silenzio. E poi c’è il problema della raccolta dei rifiuti, con gli operatori che discutono ad alta voce mentre svuotano i cassonetti all’alba.

Come buoni napoletani, non ci lamentiamo dell’attività incessante che caratterizza la nostra città, ma ogni tanto ci piacerebbe avere la possibilità di partecipare a una versione partenopea delle Olimpiadi del far niente, dove il vincitore è colui che riesce a stare in silenzio assoluto. Resterebbero comunque i problemi del puzzo di fritto e delle blatte che entrano dalle finestre spalancate, ma almeno potremmo affrontarli in pace e tranquillità.

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