Una vendetta che si è protratta per oltre dieci anni, alimentata dalla rabbia e dal dolore mai sopiti nel cuore di Lucio Iorillo, ex operaio della Comunità Montana del Taburno. L’uomo ha deciso di ingaggiare due killer per vendicare l’abuso subito dalla figlia quindicenne nel 2007, che si è suicidata alcuni mesi dopo il terribile episodio. Il procuratore Stefania Bianco ha chiesto il rinvio a giudizio di Iorillo per i fatti accaduti nel 2018, quando Giuseppe Matarazzo, il pastore di 45 anni accusato degli abusi, è stato ucciso a colpi di pistola davanti alla sua abitazione.

Secondo l’accusa, Iorillo sarebbe il mandante dell’omicidio di Matarazzo, che era appena uscito di prigione dopo aver scontato una lunga pena per gli abusi sessuali commessi ai danni della minorenne. La morte del pastore ha riaperto un’inchiesta che ha portato alla condanna di due uomini per l’omicidio, ma la Cassazione ha annullato la sentenza e ordinato un nuovo processo di secondo grado.

Iorillo, difeso dall’avvocato Raimondo Salvione, si proclama estraneo ai fatti e attende di comparire davanti al Gup del Tribunale di Benevento per difendersi dalle accuse. Il procuratore sostiene che l’uomo avrebbe organizzato l’omicidio pagando una cospicua somma di denaro ai presunti killer. La verità su questa vicenda verrà finalmente alla luce durante il processo che si terrà il prossimo 27 novembre.

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