La maxi truffa da 12 milioni di euro con il bonus facciate nel Cilento, nel napoletano e in Puglia ha portato all’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 33 persone e 6 società. L’accusa è di truffa aggravata, tentata e consumata in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche e per aver generato, ceduto e compensato crediti d’imposta per opere edilizie fittiziamente attestate nel 2021 e 2022.

Il sostituto procuratore Antonio Pizzi della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania ha notificato gli avvisi agli indagati, residenti ad Agropoli, Perdifumo, Pollica, Castellabate e nelle province di Napoli e Lecce. Tra di loro, il noto imprenditore Concordio Malandrino, già coinvolto in altri procedimenti penali e attualmente ricercato dall’autorità giudiziaria.

Anche due sacerdoti alla guida di istituti religiosi e conventi nel Cilento sono finiti nei guai, poiché risultano oggetto di restauri mai realizzati per un totale di 5.7 milioni di euro. Le fiamme gialle hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di conti correnti, autovetture e beni immobili per 2.5 milioni di euro, interrompendo la circolazione e compensazione di falsi crediti d’imposta in danno dell’erario per oltre 10 milioni.

L’attività investigativa è nata dall’analisi di operazioni finanziarie anomale poste in essere da una società di consulenza amministrativa, che ha iniziato a generare crediti d’imposta per un importo superiore a 12 milioni di euro. La documentazione amministrativa necessaria per accedere all’incentivo era artatamente predisposta con l’ausilio di professionisti e la consapevole partecipazione dei destinatari dei lavori.

Gli indagati avranno ora 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive o farsi interrogare dal pubblico ministero. La lotta alla corruzione e alle truffe ai danni dello Stato continua, con la speranza di punire chi si macchia di simili reati.

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