Antonio Landieri, un giovane di soli 25 anni, è stato vittima della violenza della camorra mentre giocava a bigliardino in un circolo ricreativo. Nonostante la sua disabilità, non è riuscito a fuggire e è stato ucciso nel 2004. Dopo vent’anni, la Cassazione ha annullato la condanna all’ergastolo per uno dei presunti responsabili, Davide Francescone. Questo verdetto ha riaperto il caso e ora si dovrà celebrare un terzo processo di appello. Antonio, a cui è stato intitolato uno stadio a Scampia, era innocente e non aveva nulla a che fare con la criminalità organizzata. I genitori hanno vissuto il dolore della perdita e della diffamazione del loro ragazzo. Nel frattempo, un altro boss camorrista, Raffaele Amato, è stato coinvolto in nuovi reati e accusato di omicidi e detenzione illegale di armi. Le indagini della Dda di Napoli continuano a portare alla luce la brutale realtà delle faide tra clan criminali che hanno terrorizzato la città. La giustizia cerca di fare luce su questi eventi per portare giustizia alle vittime innocenti e riportare la pace nella comunità.

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