Il terribile omicidio di Giulia Cecchettin, laureanda in Ingegneria biomedica di 22 anni, ha sconvolto l’opinione pubblica e ha portato alla luce una storia di violenza e follia. L’ex fidanzato e compagno di studi, Filippo Turetta, ha confessato di aver ucciso la giovane durante una lite furiosa, colpendola ripetutamente con un coltello. Le immagini di quel tragico momento emergono dai verbali dell’interrogatorio, in cui il giovane racconta con crudezza i dettagli dell’omicidio.
La serata che avrebbe dovuto essere tranquilla si trasforma in un incubo, con un regalo rifiutato che scatena la furia di Turetta. La lite diventa violenta, fino a culminare nell’aggressione mortale. Le parole di Giulia, i suoi tentativi disperati di difendersi, non sono bastati a fermare l’orrore che si è consumato. Il giovane, dopo aver compiuto l’omicidio, ha tentato di suicidarsi, ma senza successo.
Il corpo di Giulia è stato nascosto da Turetta e ritrovato solo dopo sette giorni, vicino al lago di Barcis. Il giovane è stato arrestato in Germania, dopo una fuga disperata, e si è dichiarato pentito dei suoi gesti. La procura contesta a lui l’omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà e legame affettivo, insieme ad altri reati legati al sequestro di persona e all’occultamento del cadavere.
La storia di Giulia Cecchettin è diventata simbolo di violenza di genere e femminicidio, un tragico episodio che ha scosso la comunità e che ci ricorda l’importanza di combattere ogni forma di violenza e di proteggere le donne da situazioni di pericolo. La giustizia dovrà fare il suo corso, ma nulla potrà riportare in vita la giovane studentessa che ha perso la vita in modo così tragico e ingiusto.