La storia di Marina Addati è stata un vero e proprio incubo che finalmente è giunto alla sua conclusione in una stanza della Corte di appello di Roma. Dopo otto anni di accuse terribili, la donna è stata assolta senza ombra di dubbio. Le accuse di aver tentato di avvelenare le proprie figlie con potenti medicinali soporiferi sono state finalmente chiarite e la sua innocenza è stata riconosciuta.

Grazie alla sentenza di assoluzione emessa dal presidente della Corte d’appello di Roma, Marina ha finalmente recuperato la sua dignità di essere umano. Dopo due processi paralleli condotti a Napoli e a Roma, la donna è stata scagionata dall’accusa di tentato omicidio delle figlie. Da “mamma diabolica” è passata a essere una donna assolta dalla peggiore accusa che possa essere rivolta a una madre.

Nonostante questo lieto fine dal punto di vista penale, il dramma di Marina continua sul piano familiare e affettivo. Le sue due figlie, attualmente affidate ai parenti, non possono ancora tornare da lei in quanto la potestà genitoriale è stata revocata sia a lei che al marito. Quindi, il ritorno a casa delle bambine non è ancora una certezza.

Marina è stata arrestata nel 2016 e ha trascorso 32 mesi in cella a causa delle accuse mosse nei confronti delle figlie. Le indagini hanno rivelato la presenza di sostanze sospette nei loro corpi, ma in aula le prove sono risultate meno consistenti di quanto si pensasse. Le accuse sono crollate e la donna è stata assolta sia a Napoli che a Roma.

Nonostante la sua innocenza sia stata finalmente dimostrata, il dolore di Marina per non poter riabbracciare le sue figlie è ancora palpabile. La sua unica richiesta è quella di poter riunire la sua famiglia. La sua voce si fa sentire: “Ridatemi le mie figlie, voglio la mia famiglia”.

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