Le condanne inflitte ai nuovi membri del clan dei Casalesi diventano definitive con la decisione della Corte di Cassazione. Questi individui terrorizzavano imprenditori e commercianti di Villa Literno per affermare la supremazia nell’Agro Aversano per conto degli amici di Casale.

La Corte si è pronunciata sul ricorso presentato da Gianluca Alemanni, Luigi Annibale, Luciano Carpiniello, Raffaele Granata, Emilio Mazzarella, Remigio Testa, Antonio Ucciero, Mariano Vitolo, contro la sentenza della Corte di Appello di Napoli che aveva riformato parzialmente la sentenza di primo grado.

Inizialmente, il giudice aveva inflitto pene che variavano da 3 a 8 anni di reclusione ai vari imputati. Dopo il concordato, le pene sono state riformate, ma i ricorrenti hanno presentato un ricorso alla Corte di Cassazione lamentando vizi di legge nella determinazione della pena e nel computo delle aggravanti privilegiate.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, poiché, nelle ipotesi di concordato in Appello, le parti non sono vincolate a criteri di rideterminazione della pena. Quindi, la pena concordata tra le parti e approvata dal collegio giudicante non può essere impugnata a meno che sia illegale.

In questo modo, le condanne inflitte ai membri del clan dei Casalesi sono ora definitive, mettendo fine a un lungo processo legale.

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