Le carceri della provincia di Salerno sono in una situazione critica, con gravi problemi di sovraffollamento e carenze di personale specializzato. Secondo la relazione annuale 2023 del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania, Samuele Ciambriello, la situazione è preoccupante.

I dati riportati nella relazione rivelano una situazione allarmante. Al 31 dicembre 2023, nelle carceri della provincia di Salerno erano presenti 504 detenuti nella Casa Circondariale “Antonio Caputo” di Fuorni, a fronte di una capienza di 390. Nell’istituto di Eboli (I.C.A.T.T.) si contavano 44 detenuti per una capienza di 54, mentre nella Casa Circondariale di Vallo della Lucania i detenuti erano 51 su una capienza di 39.

Nel corso dell’anno 2023, gli istituti di pena della provincia hanno registrato 1.587 eventi critici, tra cui 218 episodi di autolesionismo nella Casa Circondariale “Antonio Caputo” di Fuorni, 1.176 atti di insubordinazione disciplinare, 78 scioperi della fame e della sete, tutti a Fuorni, e 26 provvedimenti di isolamento disciplinare. Particolarmente preoccupante è il numero di tentativi di suicidio: nel 2023, si sono registrati ben 32 casi, evidenziando una situazione di estremo disagio psicologico tra i detenuti.

C’è poi la grave carenza di personale specializzato nelle carceri salernitane. Attualmente, sono presenti solo 5 psicologi esperti (1 ad Eboli, 4 a Fuorni e 1 a Vallo della Lucania). Per quanto riguarda il personale della Polizia Penitenziaria, sono in servizio 181 agenti rispetto ai 302 previsti dalla pianta organica. Anche i funzionari giuridico-pedagogici sono sottodimensionati, con 10 effettivamente presenti rispetto ai 14 previsti.

“Il sovraffollamento è una realtà, ma nella provincia di Salerno abbiamo anche una carenza di 120 agenti tra Salerno, Eboli e Vallo della Lucania. Mancano direttori, comandanti, commissari, educatori e psichiatri. Rimane solo il povero agente che si trova a fare l’agente di prossimità, assumendo anche il ruolo di psicologo o compagno di viaggio. Ma come può un solo agente rispondere ai bisogni di tanti detenuti? Mancano figure sociali essenziali come psicologi e psichiatri“, ha spiegato Ciambriello.

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