Il 2021 è stato un anno terribile per i residenti di Miano. Il quartiere, situato ai confini della periferia nord di Napoli, è stato teatro di una sanguinosa guerra di camorra tra due fazioni: gli Scognamiglio e i Pecorelli, entrambe parte del clan Lo Russo. La lotta per il controllo delle piazze dello spaccio e il predominio sul racket ha portato a sei mesi di violenza estrema, con omicidi, ferimenti e attacchi armati, incluso un assalto all’ospedale Monaldi.
Le indagini condotte dalla Polizia di Stato e dai carabinieri hanno portato all’arresto di 16 persone coinvolte in questi episodi. La lunga scia di sangue è iniziata con l’uccisione di Salvatore Milano, membro del clan dei “Capitoni”, seguita dall’omicidio di Antonio Avolio due mesi dopo. Le autorità ritengono che entrambi i delitti siano stati commessi dagli stessi esecutori.
Durante la guerra tra i due gruppi rivali, si sono verificate anche diverse scorribande armate, chiamate “stese”, che hanno contribuito a seminare terrore tra i residenti del quartiere. Un momento particolarmente eclatante è stato l’assalto armato all’ospedale Monaldi, avvenuto a causa di presunti legami tra dipendenti e il clan.
Questi eventi hanno confermato il controllo criminale della camorra su Miano e hanno portato alla luce estorsioni, sequestri di armi e altre attività illegali. La comunità locale è stata profondamente colpita da questa violenza inaudita, che ha dimostrato ancora una volta l’influenza nefasta della criminalità organizzata sul territorio.