Il caso di Stefano Gambardella, l’imprenditore attivo nel settore della plastica nell’area di Fosso Imperatore a Nocera Inferiore, continua a tenere banco. Dopo il rigetto del ricorso della difesa da parte del Riesame, l’uomo resta in carcere. L’accusa mossa dall’Antimafia è quella di essere legato al clan di Rosario Giugliano, ex sicario della Nuova Famiglia diventato collaboratore di giustizia. Si parla di infiltrazioni nel settore industriale di Nocera e di estorsioni ai danni di imprenditori.

Secondo la Dda, Gambardella avrebbe messo in contatto le vittime con Giugliano, facilitando così le estorsioni. Inoltre, si parla di un presunto avvertimento al sicario riguardo a un blitz imminente e alla presenza di un poliziotto che lo pedinava. Nonostante la difesa abbia cercato di riqualificare le accuse, sostenendo che l’imprenditore fosse solo una vittima di estorsione, i giudici sembrano ritenere che ci siano elementi sufficienti a considerarlo partecipe attivo nel gruppo criminale.

La presunta rivalità con un altro imprenditore, che avrebbe portato addirittura alla violenza da parte del boss di Poggiomarino a favore di Gambardella, è uno degli elementi che rafforzano l’accusa. Anche il contributo richiesto per un “fondo cassa” sembra confermare il coinvolgimento dell’uomo nelle attività del clan. Nonostante le sue difese, sembra che la posizione di Gambardella sia tutt’altro che semplice e che il suo coinvolgimento nelle attività criminali sia oggetto di attenta valutazione da parte delle autorità.

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