Un carabiniere di 54 anni, originario della provincia di Napoli, è stato coinvolto in una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica. L’uomo, in servizio a Ravenna al momento dei fatti, è stato inizialmente condannato a 11 mesi per truffa e falso per aver avuto un rapporto sessuale in caserma durante l’orario di servizio con una donna. Tuttavia, la Corte d’Appello di Bologna ha deciso di ribaltare la sentenza, assolvendo il carabiniere con diverse formule, tra cui “per particolare tenuità del fatto” e “perché il fatto non sussiste”.

La vicenda risale al gennaio del 2017, quando il carabiniere era entrato in caserma con due donne, dichiarando di dover svolgere un servizio. In realtà, si era appartato in ufficio con una delle due, sotto gli occhi dell’altra. Questo comportamento aveva portato alla sua condanna in primo grado. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ritenuto che in alcuni casi il fatto non costituisse reato e in altri ha riconosciuto la particolare tenuità del fatto, revocando anche la pena accessoria della perdita del grado.

La vicenda ha preso una svolta inaspettata quando la donna coinvolta ha denunciato il carabiniere per violenza sessuale, affermazione che è stata successivamente smentita da un’amica presente al momento del rapporto. Quest’ultima ha dichiarato che la donna era consenziente e aveva preso lei stessa l’iniziativa. Di conseguenza, la donna è stata condannata in primo grado a un anno e quattro mesi per calunnia, mentre il giudizio d’appello è ancora in attesa.

Questa storia ha destato molte polemiche e ha sollevato diverse domande sulla giustizia e sulle dinamiche all’interno delle forze dell’ordine. Resta da vedere come si evolverà la situazione e se ci saranno ulteriori sviluppi in merito a questo caso.

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