Le indagini patrimoniali condotte sul sospettato e sui suoi familiari non hanno rivelato alcun denaro illecito, poiché non è stata trovata alcuna liquidità che non fosse in linea con i suoi redditi. Lo afferma il suo avvocato, Luigi Petrillo, che ha sottolineato in una nota che “a Festa non viene contestata la corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, poiché non è stato individuato alcun appalto o incarico pubblico illecitamente assegnato, ma piuttosto un comportamento meno grave di abuso di potere”.

Riguardo alle intercettazioni, che sembrerebbero indicare un accordo corruttivo tra l’ex sindaco e gli imprenditori responsabili di lavori per conto del comune di Avellino, Petrillo ha dichiarato: “Le prove si basano esclusivamente su intercettazioni ambientali e telefoniche, già in possesso degli inquirenti dal 18 aprile scorso, soggette a interpretazioni che dovranno essere valutate nella sede appropriata”.

“È sorprendente – ha sottolineato l’avvocato – che gli inquirenti considerino irrilevanti le dimissioni dall’incarico di sindaco (presentate prima del 18 aprile scorso) e che il sospettato sia agli arresti domiciliari da quasi tre mesi”. La Sesta sezione penale della Corte di Cassazione si pronuncerà nel mese di settembre sull’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari di Festa, a cui la difesa dell’ex sindaco ha presentato ricorso contestando “la legittimità delle intercettazioni effettuate durante le indagini preliminari”.

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