Il tribunale di Avellino ha emesso un verdetto controverso riguardo all’omicidio di un commerciante cinese avvenuto a seguito di un attacco con martellate da parte di un giovane nigeriano. Nonostante l’accusa di omicidio aggravato e tentato omicidio, il giovane è stato assolto per incapacità di intendere e volere al momento del delitto. Tuttavia, a causa della pericolosità dimostrata, è stata stabilita una misura di sicurezza in Rems per almeno dieci anni.

L’episodio di follia si è verificato in un negozio gestito dalla vittima, dove il giovane nigeriano ha attaccato violentemente due persone, causando la morte del commerciante cinese e ferendo gravemente un altro individuo. Dopo essere stato fermato dai residenti e dai Carabinieri, il giovane è stato processato e sottoposto a perizie psichiatriche contrastanti che hanno portato a una decisione controversa da parte della Corte.

L’avvocato della parte civile ha espresso la sua delusione per l’assoluzione dell’imputato, sottolineando la gravità del gesto commesso. Dall’altra parte, l’avvocato della difesa ha evidenziato le circostanze attorno alle perizie psichiatriche e alla documentazione sanitaria che hanno influenzato la decisione del tribunale.

Nonostante le prove e le testimonianze presentate durante il processo, il caso rimane ancora avvolto da dubbi e polemiche riguardo alla responsabilità dell’imputato. La decisione della Corte di Avellino solleva interrogativi sulla giustizia e sulla valutazione della capacità di intendere e volere di un individuo in casi di violenza estrema.

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