Il processo sulle aste è stato oggetto di un importante sviluppo giudiziario con il respingimento del ricorso presentato dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli contro l’ordinanza del Tribunale di Avellino. Questo ricorso aveva portato all’azzeramento del processo e alla scarcerazione dei vertici del sodalizio criminale coinvolto.
La decisione della V sezione della Cassazione ha definito inammissibile l’impugnazione della Dda contro la sentenza del Tribunale di Avellino, che aveva disposto la trasmissione degli atti alla Dda di Napoli per un nuovo capo di imputazione. I giudici hanno riconfigurato l’organizzazione coinvolta nel caso delle aste come un’entità autonoma, sottolineando le condotte tipiche del reato 416 bis del Codice Penale.
Dopo la lettura dell’ordinanza, i giudici hanno rinviato gli atti del processo alla procura antimafia per la riqualificazione delle accuse principali. Di conseguenza, le esigenze di custodia cautelare sono venute meno e gli imputati sono stati scarcerati. Il pm Woodcock ha promosso un ricorso contro questa decisione, sostenuto dall’intero Ufficio di Procura, ma ora bisognerà attendere le motivazioni della decisione dei magistrati della corte di Cassazione.
Il processo torna così alla fase di partenza, con la Dda che dovrà rifare gli avvisi di conclusione delle indagini e richiesta di rinvio a giudizio. Gli indagati potranno scegliere anche riti alternativi. Questo sviluppo giudiziario rappresenta un importante passo avanti nella vicenda delle aste e potrebbe portare a nuovi sviluppi nel processo.