I giudici del tribunale del Riesame hanno confermato il sequestro dei beni appartenenti o riconducibili ai presunti esponenti del “clan delle aste”. Restano quindi sotto sequestro i beni di Antonio Barone, Gianluca Formisano e Armando Apriel. La decisione per gli altri sarà resa nota nella prossima udienza per discutere i ricorsi, come quelli presentati dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Roberto Saccomanno che difendono Livia Forte. La Procura Distrettuale Antimafia di Napoli aveva delegato i militari del Nucleo di polizia economica finanziaria delle Fiamme Gialle di Napoli per notificare il decreto di sequestro, necessario dopo l’ordinanza emessa dal tribunale di Avellino.

Sono sotto sequestro ben 70 immobili, 26 terreni, 6 società, 3 autoveicoli e quasi 600 mila euro. Con la conferma delle misure cautelari da parte del tribunale del riesame, si conferma quanto sostenuto nel decreto di sequestro riguardo all’organizzazione criminale denominata “clan delle aste”. Secondo la Dda, i presunti membri avrebbero promosso un’associazione di tipo camorristico ad Avellino per commettere delitti di estorsione e turbata libertà degli incanti.

I pm antimafia hanno evidenziato i ruoli all’interno della presunta organizzazione criminale, con alcuni membri accusati di avere ruoli di promotori, capi e organizzatori, mentre altri sarebbero stati organizzatori o facilitatori. Infine, Gianluca Formisano e Antonio Barone avrebbero partecipato come concorrenti esterni, dividendo i profitti con i membri del clan. La decisione finale sarà resa nota durante la prossima udienza.

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