Ferdinando Cascone e suo figlio Catello respingono con fermezza le accuse mosse nei loro confronti nell’ambito dell’inchiesta Click Day sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Italia. I due uomini, residenti a Scafati, sono stati arrestati per far parte di un’associazione per delinquere guidata da Decimo Viola, accusata di far arrivare in Italia migliaia di stranieri senza titolo attraverso false assunzioni e documenti fasulli.

Secondo quanto riportato dalla Città, i Cascone erano incaricati di riciclare il denaro proveniente dall’organizzazione criminale attraverso una rete di riciclatori, con i quali avrebbero effettuato pagamenti in cambio di false fatture per operazioni inesistenti. Gli avvocati dei due imputati hanno sostenuto che i rapporti con gli imprenditori coinvolti non erano legati a riciclaggio di denaro, ma a transazioni legittime riguardanti acquisti di prodotti agricoli e prestiti tra conoscenti.

Durante l’interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari Pietro Indinnimeo, i Cascone hanno difeso la propria posizione, negando le accuse a loro mosse. In particolare, è stato discusso il terreno di Battipaglia, riconducibile alla “Cascone C.” di Catello Cascone e oggetto di sequestro.

Nonostante le accuse pesanti e il periodo trascorso in carcere, Ferdinando e Catello Cascone continuano a dichiararsi innocenti e a difendersi con determinazione dalle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La vicenda continua a destare scalpore e ad attirare l’attenzione dei media, mentre la giustizia dovrà fare luce sulla vicenda e accertare la verità dei fatti.

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